mercoledì 13 febbraio 2008

Viaggio


Niente di più semplice. Dal vederla da sopra il cielo a sprofondare sotto gli inferi era questione di un attimo. E ci si risvegliava sorpresi all’improvviso come quella volta in cui, respirando poggiati al mondo, si rimaneva in quella sottilissima striscia tra la pioggia violenta e il limpido del cielo. Troppo facile vedere il buio affogati sotto l’acqua, troppo semplice veder la luce sotto il sole che t’abbaglia. Erano nubi nere e luce immensa, diluvio funesto e terra arida, coraggio e desolazione, distrazione e confusione. Avevo provato a respirare soffocato dalla polvere che mi trovavo a pestare incautamente, tra sorrisi , lacrime speranze, passioni e nodi alla gola. Il viaggio era zeppo di fermate e tra un binario e l’altro quel gran treno si doveva pur fermare. Tra mille dubbi l’unica certezza rimaneva che il tragitto da qualche parte era comunque scritto e le tappe in gran parte decise da chissà chi e chissà perché. Si trattava di scendere un attimo, osservare la stazione, prenderne atto e sorriderle comunque che scavando e scavando un motivo ci doveva comunque essere stato. Non centravano i lavori stavolta, nè le carriere né le villette con giardino 7 camere 3 bagni e il pavimento in marmo. Aveva senso solo se scendendo ti fermavi un attimo, la osservavi con attenzione, le sorridevi in faccia e continuavi a cercare testardo, sicuro che prima o poi, in qualche modo un senso sarebbe comunque venuto fuori..

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giovedì 7 febbraio 2008

L'amore che viene e la vita che và


Ora, il sentimento sarà pur stato fortissimo. Ma io non né potevo davvero più degli incontri amorosi delle pecorelle fuori casa. Bela che ti riBela avevo deciso di cantargliene 4 e avevo alzato il volume dello stereo come sottofondo musicale agli sforzi della mia grottesca ugola mattutina. Le telefonate in bagno non erano abitudine mia bensì di altre persone, tutto sommato finiti i libri, i topolini e annoiato dai giochi diseducativi del Nokia avevo intrapreso per una volta la via del TeleWc: come unione dell’utile al dilettevole.Effettivamente il tempo perso diveniva spesso incontrollabile. Venti minuti per risvegliarsi, 10 di doccia, 30 tra preparativi e colazione, 20 pre-pranzo più 25 di masticazione, pausa caffè, mirtino post pasto, riposino pre-studio che già si era fatto tardi. Per accorciare i tempi avevo deciso di tralasciare ogni attività superflua e diseducativa. Niente Tv al mattino, Niente Studio Sport all’ora di pranzo, pause brevi e controllate prima di perdermi tra facili filosofie e difficili attimi di studio.

Tutte le ragazze con cui ero stato per più di un giorno erano arrivate a chiamarmi amore. Qualcuna mi aveva parlato di futuro fino a quando il futuro non se l’era portata a letto senza neanche avvisarmi. Qualcuna fingeva di avere una vita in comune con me nonostante tra una carezza e l’altra entrambi immaginassimo di essere da tutt’altra parte con tutt’altra persona. Con altre ci siam baciati in casa non vedendo l’ora arrivasse il tempo di andare via. - Tra poco passa l’ultimo autobus – diceva l’uno o l’altro, e ci sentivamo sollevati. Con qualcuna ci siam semplicemente accompagnati sinchè avevamo voglia. Qualcuna è rimasta ospite a casa per una settimana non riuscendo mai ad andare in bagno. Qualcuna appena ha visto le condizioni della casa ha detto – Sto tornando – ma non l ho più vista. Qualcuna appena svegli per fortuna ha fatto colazione fuori con gran sollievo per la mia pancia. Qualcuna più che una fidanzata sembrava una Filippina che pensava soltanto a sistemarmi la camera. Qualcuna sorrideva assicurandomi di essere fedele. Qualcuna ha avuto mal di testa per mesi e mesi. Qualcuna però ho avuto il mal di testa pure io. Con qualcuna ci siam sbagliati, con qualcuna ci siam confusi, con qualcuna ci siam più semplicemente persi. L’insieme di tutti i Qualcuna avevano segnato quel filo conduttore che dal cuore arrivava ai polmoni. Così per un attimo avevo avuto quella crisi d’asma e tacchicardia che m’aveva steso sul letto a pensare al futuro. Coinvolto dalla confusione avevo optato per una passeggiata rinfrescante. L’aria alla testa porta sempre buoni consigli. Ero tornato indietro pensando a quante volte nella vita qualcuno ha detto Domani un attimo prima di morire. O lo diceva qualche secondo prima di mezzanotte o aveva appena detto una cazzata. In effetti avevamo preso in affitto la terra per un periodo non superiore ai 100-110 anni insomma, entro quel tempo si sarebbe svuotata e ripopolata dei pensieri, delle idee e delle domande senza risposta.

Ed era arrivato il momento di mangiare, con poca fame, un po’ di abitudine e la convinzione sempre maggiore che qualcosa in un modo o nell’altro, prima o poi, sotto il sole ..sarebbe dovuta accadere.

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