lunedì 17 marzo 2008

Coffee And Cigarettes



Accendo una sigaretta subito dopo aver bevuto mezza tazza di caffè con due cucchiaini di zucchero. Devo averlo visto in qualche film con il protagonista che con il viso da duro dice qualche frase ad effetto. A metà la spengo, come al solito, senza timore di essere visto stavolta. Sono solo in casa. Se qualcuno me la offre, buttarla quando ancora non è finita mi sembra sempre brutto, così mi giro un attimo e approfitto di un momento di distrazione per liberarmene. Certe volte mi viene voglia di accenderla, dico qualcosa di insensato poi la spengo tra i polmoni che bestemmiano e il cervello che mi chiede una finestra per far evacuare il catrame. L'abatjour accesa in camera che fà molto ufficio, le medicine sulla scrivania a fare molto overdose. Se vedi una cosa dall’alto e non ti piace prova ad abbassarti. Se dal basso non ti piace prova un po’ a mezz’aria. C’era comunque il modo di vederla nel modo giusto, avevo pensato mentre soffiavo a pieni polmoni quella gocciolina di detersivo aggrappata al bicchiere fradicio. “Cadiii” le gridavo mentre lei imperterrita si dondolava e non cedeva. Avevo preso per il collo il sacchetto della plastica minacciando di rovesciarlo nel cassonetto dell’umido come ostaggio, ma la gocciolina non scendeva. “Buttati, per te è finita cazzo buttati” avevo provato ancora inutilmente. Così l’avevo affogata sotto litri d’acqua ghiacciata ed era scesa giù per il tubo lanciando un ultimo grido disperato “Tic”.

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martedì 11 marzo 2008

Basette, Pizzetto e poesia pura



Ora Lamentati..

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venerdì 7 marzo 2008

Il ragnetto sul soffitto


Certo di peggio poteva esserci soltanto la castrazione. L’infezione al testicolo lo costringeva a rimandare i già poco frequenti rapporti sessuali, a stoppare durante le feste le fanciulle intenzionate a tastare con mano la consistenza del marsupio ed annullare le abitudinarie Pippe di mattina pomeriggio e sera. L’inferno per chi la sera registrava le videotelefonate erotiche di TeleNova per non perdere i Filmissimi di AntennaTre con la Fenech e Lino Banfi. Avevo deciso di aiutarlo, in qualche modo, infilandogli le manette ei polsi e costringendolo al legame forzato col divano e la tv accesa su RaiUno, certo che tra Clerici, Cucuzza Giurato e la Santa donna di Domenica In i pensieri erotici potessero dissolversi come il fumo al vento. L’unica cosa che avevo deciso di rimandare nella giornata era l’incontro con il coinquilino del piano di sopra, così l’avevo pregato tra un sorriso e un occhiolino di evitare la chiamata che tra una cosa e l’altra comunque prima o dopo sarei comunque dovuto andare a trovarlo. E aveva annuito. La primavera più che l’Eros stava portando pruriginose allergie curabili con un bagnoschiuma da 7 millilitri e 27 euroa confezione che avevo deciso di lasciare in farmacia. “Mi costa meno investire nella ricerca” avevo pensato di rispondere e mi ero dileguato nel nulla. Il motorino che si accende al primo colpo, la spazzatura scesa magicamente da sola nel cassonetto, la bolletta del gas che tardava ad arrivare mi avevano fatto pensare ad una giornata di quelle indimenticabili. Con le temperature ad accarezzare lo Zero passavo dai 10 ai 15 minuti con le mani a pomiciare l’un l’altra sotto il getto dell’acqua calda, dimenticando a volte di avere inboccato la via del gabinetto solo ed esclusivamente per lavarmi quel viso provato da una notte di sogni e speranze. “Dove ha intenzione di andare signor Schirru senza un euro?” E avevo deciso di accomodarmi comodamente a casa, bere acqua del rubinetto, mangiare briciole di pane e sorridere di quel ragnetto che senza pagare un sub-affitto aveva deciso di metter su un monolocale dentro la mia stanza, piano piano, in silenzio, con il desiderio soltanto di non disturbare e di non essere disturbato. Le possibilità rimanevano due: O una doccia fredda gli avrebbe fatto capire chi porta i pantaloni in casa o un po’ di aria dalla finestra spalancata gli avrebbe aperto la via verso nuovi orizzonti e nuove mete. “Si porti dietro anche il suo Monolocale” Avevo imprecato decidendo poi di lasciare la responsabilità del gesto a quella donna delle pulizie che aumentava il prezzo delle sue prestazioni in maniera inversamente proporzionale al tempo in cui sta in casa a pulire. E mi ero adagiato a osservare. Le nuvole scure, il cielo abbinato, le signorine a cazzeggiare di sotto mi facevano pensare che il tempo si era fermato milioni di anni fa e nessuno si era accorto, distratto da un ragno appeso sul soffitto, nella speranza di non essere osservato.

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domenica 2 marzo 2008

Dall'angolino nascosto



Meglio o peggio era diventato irrilevante ad un certo punto della serata. Mi ero dato una pacca sulla spalla convinto che in fondo potesse poi non essere così male. Tra Gonne Mini e Tacchi Maxi c’era comunque sempre qualcuno interessato a rasare l’aiuola fertile di una serata conforme alle regole del giovanotto moderno. Fumo, tette, alcol, testosterone a saltellare per la sala come il decoltè di chi volutamente a scoperto lo scopribile e qualcosina in più. Chi con la spada e con il sangue, chi con il culo e con le tette, la vocazione era sempre e comunque la conquista di un gradino maggiore nella scala del potere. Niente di più prezioso di tutto ciò che si poteva vedere e toccare con mano, fuori il gelo dentro la primavera prepotente di chi si inibisce soltanto in preda al rancore il mattino seguente, con la testa che scoppia e quell’ego gonfiato scoppiato come una bolla di sapone nell’aria un po’ più fresca della realtà del risveglio. Quando le gambe son solo gambe, le mani soltanto mani, le labbra soltanto labbra. “Buongiorno” mi ero saputo dire ed ero corso a lavare i denti. La sensazione era doppiamente piacevole se si era rimasti ad osservare volutamente dalla prospettiva ritenuta giusta, con il gusto di chi riusciva a respirare la serata anche dall’angololino del suo mondo. E quello appunto era il luogo privilegiato. L’angolino nascosto in cui nessuno poteva mai entrare, il rifugio segreto da dove poterlo osservare, con discrezione e magia, in una serata da non dimenticare.

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