venerdì 30 maggio 2008

L'alba fradicia




Mesi e mesi con in mano il biglietto. Me lo aveva regalato per Natale o per qualche ricorrenza che ora non ricordo. Ho difficoltà con le ricorrenze o forse a volte adoro dimenticarle. Vasco l hanno visto tutti tranne me. Certo io ho ascotato i Cd a casa o in auto, solo o in compagnia, ma un concerto ancora no. Ho visto Lucio Dalla, I Litfiba con Piero Pelù, Jucas Casella e le sue mani bloccate a Cardedu, i Tazenda e Scapoli e Ammogliati a Barisardo, Vasco No. M han sempre parlato di grandi spettacoli, romantiche atmosfere, sensazioni forti.Vado a dormire sereno. Mi sveglio sin troppo sudato. Mi guardo intorno, poi mi sfioro stò piovendo come Londra. La testa che gira, i brividi di freddo, un senso di nausea profondo. Emozione? No, febbre a 38 e mezzo. E mò chi la sente quando scoprirà di doverci andare da sola?

Certo all'ingresso alcuni si strozzano l'un l'altro. Gli imbecilli non vanno solo a vedere il calcio, si distribuiscono gli eventi, per non mancare mai. Poi dentro si sentono soffocare tra migliaia e migliaia di persone che hanno solo voglia di cantare a squarciagola. In autobus, ti prenderebbero per pazzo, in casa i condomini si lamentano pure se gli starnuti superano il numero limite, in facoltà e in chiesa non è il caso. Ai concerti invece puoi urlare fino a sentir male alla gola, senza sentirti in imbarazzo, perchè tutti lo fanno e tutti si sentono liberi di farlo a modo loro. Il palco è immenso e costellato da centinaia di fasci luminosi. Qualcuno fuma una canna, alcuni bevono, una coppia si bacia appassionatamente, certi scherzano, altri osservano affascinati la miriade di persone. "Chi detiene il potere ha sempre bisogno che le persone siano affette da tristezza. Noi siamo qui questa sera per portarvi un po' di gioia" Quando si spengono le luci in 65 mila trattengono il respiro, le teste si voltano tutte insieme verso il palco, le mani si alzano, il tempo si ferma..per almeno tre ore..e la gola si infiamma..siamo tutti qui solo e soltanto per cantare. La chitarra elettrica di Stef Burns si diffonde nell'aria. E' passata la mezzanote, sudo, Vasco ci regala Alba Chiara, Dio ci regala la pioggia ..ed è un incontro meraviglioso. Restiamo un attimo a guardare il palco ormai vuoto, Dio aumenta il volume della pioggia, poi con una mano sulla spalla m'avvisa "La febbre e le placche alla gola sono in omaggio". Bagnati, tra gente in festa, i soliti imbecilli che si sono dati appuntamento anche all'uscita, ma soprattutto gente in festa. Torniamo a casa..la serata sfuma..la temperatura aumenta..ho visto anche Vasco..cè da ringraziare qualcuna? Affermativo..

Leggi il resto!

martedì 27 maggio 2008

La luce nella nebbia



Quanta nebbia. Un po’ come i bambini negli spazi aperti, aveva il vizio di continuare a camminare avanti senza chiedersi dove stava andando né perché. Come fosse il mondo a venirle incontro e lei con gli occhi sgranati lì ad osservarlo. Confusa, come sempre. A volte si svegliava che le sembrava di avere tutto dentro una mano. Perché non aveva un lavoro, non aveva una casa, non aveva una relazione stabile, non aveva un’idea precisa della vita, delle persone, del bene, del male, della religione, di Dio, Gesù e Maria, di Maometto e Buddha, degli alberi, dei fiori, delle formiche, delle pietre, dell’ anima, del corpo, delle donne e degli uomini. Non aveva un’idea precisa del sole, delle tartarughe, delle foglie e dei lombrichi, della vita e della morte. Viaggiava in apnea tra la nebbia, sospinta dalle domande verso una strada lunga e dissestata, con meraviglia, discrezione e rispetto per tutto ciò che le passava davanti. Con entusiasmo e curiosità, passione e dolcezza, paura coraggio, determinazione e mille e poi mille perché. “Scema, senza il motore la barca non va avanti” e aveva riso. Non c’era mica bisogno sempre di dirgliele seriamente le cose. Si poteva provare anche in maniera diversa. Così se non capiva in un modo ci provavo in un altro e se non capiva in un altro poi ci provavo in un modo. Alla fine il senso c’era quando all’improvviso le vedevo aprire e gli occhi e poi le lebbra in un meraviglioso sorriso. Prima gli occhi poi le labbra. Quanta luce.

Leggi il resto!

mercoledì 14 maggio 2008

Infumocidio


Non avevo nessuna intenzione di dirle di si, assolutamente, ma non avevo saputo dire di no. Avevo acceso l’unica sigaretta del pacchetto nonostante m’avesse pregato insistentemente di non darle fuoco. Per dispetto l’avevo accesa, gettata a terra a metà e schiacciata con il tacco della scarpa con una cattiveria mai mostrata prima. O lei o il polmone mi ero promesso. Ed evidentemente avevo scelto lei. “Maledetta Marlboro” le avevo sussurrato guardandola un ultima volta con disprezzo mentre il vento la portava via, in un ultimo lungo viaggio, prima che il primo attentissimo operatore ecologico la consegnasse dalla scopa alla paletta e dal furgone all’inceneritore per la cremazione finale. Avevo proseguito il mio cammino attraverso strade asfaltate con motociclisti asfaltati da utilitarie asfaltanti e conducenti frettolosi. “Si sarà fatto male?” Mentre luce verde e clacson impietosi non lasciavano al mio cervello il tempo di elaborare una risposta decente. Niente lasciato al caso. Qualcuno aveva previsto tutto, si era solo dimenticato di avvisarmi. Avevo imboccato la via cosciente di poter fare un Infumocidio. Quattro euro e spiccioli per 20 giovani, ansimanti, bastardissime sigarette. Avevo scartato il pacchetto con cura. La plastica, poi il cartoncino e le avevo guardate a lungo. E io guardavo loro mentre loro osservavano me. E loro guardavano me mentre io guardavo loro. Loro guardavano me mentre io guardavo il tabaccaio “Mi dia anche un accendino” avevo detto serio “quello che costa meno” avevo aggiunto deciso prima di scappare lontano, dove un attentissimo operatore ecologico le avrebbe consegnate dalla scopa alla paletta e dal furgone all’inceneritore per la cremazione finale. Poi mi ero lavato i denti e per rispetto alla mentadent avevo addentato una mela verde e mi ero sorriso allo specchio prima di crollare in un sonno profondo..Sogni d'oro a tutti..

Leggi il resto!

venerdì 9 maggio 2008

La grotta


Ho pensato a te. Non te l ho detto ma probabilmente qualche volta l hai capito dal tono della voce. Volevo dirti anche delle altre cose ma non ci sono riuscito e allora o virato discorso approfittando del vento favorevole sulla lingua umida e poco impacciata. Parlavo di stagioni ma pensavo a tutt’altro e per far in modo che non ti rendessi conto della mia distrazione ogni tanto ci mettevo un cenno con la voce in mezzo cosicché potessi sembrare attento. I pensieri s’intrecciano e si confondono senza logica, ma è proprio questo che succede a volte. Mi si accavallano i pensieri, poi mi sveglio lucido e mi rendo conto che non è male neanche quando si scorticano l’un con l’altro. Nessuno ha detto che la cosa non possa migliorare. Ma ci vuole del tempo. Impegno. Bisogna imparare. Ma a volte mi sembra proprio impossibile. O forse mi sembra bello pensare sia impossibile. Il caos. E’ un po’ come i bimbi quando affascinati da qualcosa sorridono all’improvviso e cercano di descriverla emozionati, senza respiro, con gesti semplici e grandi insieme. Son bimbi loro. Come guardare la televisione spenta e immaginarci dentro quello che ci si vuole. Che catastrofe. In tutto stò casino dimenticavo il motivo per cui mi ero messo a scrivere all’improvviso, che se sorridi tu.. sorride il mondo..

Leggi il resto!