domenica 31 maggio 2009

To be continued



Una bimba di un paese caldo. Una calda bimba di un paese lontano mi ha raccontato la sua storia in una notte di primavera bollente e mentre i tram ci passavano accanto fumavamo trinciato e guardavamo le luci delle macchine bianche e rosse come il tramonto. Meraviglie strappate alla natura quei colori nella notte.

Lei mi chiede che cos’ho e sorrido – Hai visto quanta gente? – dico – Hai visto quanto è starno oggi? – e mi sorride come ogni volta che cambio discorso, come ogni volta che vuole parlare di cose serie e non mi va, come ogni volta che sento il vento e lascio che la barca vada dove deve andare, come ogni volta che non cerco di cambiare direzione.

E non è che non voglio rispondere, ci saranno altri momenti, altri momenti ancora per rispondere ad ogni domanda, di solito le faccio io, di solito me le faccio da solo le domande.

Le passo la mano tra i capelli ma non vuole la bimba non vuole proprio che le si tocchino i capelli e mi prende la mano e alcuni mendicanti lottano con la fame accanto a noi, non con la monotonia certamente. Con la monotonia ci sta convivendo il ragazzetto con la Porsche sulla strada accanto. Braccio fuori dal finestrino, occhiali da sole in testa, portafoglio gonfio e un cazzo da fare per il ragazzo che da venti minuti guarda le ragazze passare dall’abitacolo della sua macchina. – E se non avete una moneta o un gelato o un panino – ci dice il mendicante - almeno una sigaretta datemela – che una vita senza vizi e come l’amore con il preservativo certe notti, come l’amore con l’impermeabile gli sembra questa notte senza sigarette al nostro mendicante della nostra piazza e chissà cosa chiederebbe a Dio se stanotte potesse esprimere un desiderio – Una pizza – gli chiederebbe e buonanotte Dio che a domani ci si pensa al risveglio, al domani ci si pensa domani Dio.

Il Capitano cresce a pane e storie di una sera. Storie di passeggiate lungo la città eterna e storie di chiacchierate e discussioni e amori mancati e amicizie cresciute. Il Capitano cresce è sbarca sulla riva dell’Isola che c’è insieme ad una ciurma di una ventina di Pirati affamati della sera..il Capitano ringrazia sentitamente tutta la ciurma..senza di loro l’isola non l’avrebbe mai potuta conquistare..E ancora..Buona navigazione a tutti..to be continued..

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martedì 26 maggio 2009

Inventandoci Giornalisti







Una settimana. Sette giorni di notizie e insulti dei redattori capi ed errori e accrediti stampa e interviste e insulti ancora. Soprattutto insulti. Più insulti che notizie, sempre più quelli per il momento.

E divertire ci divertiamo io e Sberla e poi con Pippo all’Euro Beach Soccer con il Pass da giornalisti e la canotta da fotografi e tutte quelle bevande gratis calde, caldissime sotto un sole che non lascerebbe scampo neanche alle lucertole. Coca cola light e frutta fresca sono il premio per quattro ore di ammuffimento da calore. E i culi poi, tutti quei culi delle ballerine che mi vedo costretto ad inventarmi fotografo ed entrare dentro il campo per prenderli bene – Sono il fotografo del messaggero – dico e non devo sembrare credibile quando infilo la canotta al contrario e per toglierla devono venirmi in soccorso. Questo ed altro per i culi che, si sa - fanno vendere più delle guerre - dicono in redazione.

E poi l’intervista a Faletti con Sberla, con il compagno Sberla, il pirata della notizia Sberla e Ancelotti poi in mezzo alla stampa vera, quella vera stavolta – Che cazzo ci facciamo noi qua dentro? – Niente ci facciamo, ci accreditiamo , facciamo il pezzo, lo proponiamo e ci ciucciamo il libro autografato gratis. E il primo pezzo sulla carta stampata poi. Piccolo a dire il vero, piccolo e insultato a dire il vero – Schirru è convocato in redazione per le 18 – dicono – l’Uefa ha mandato un fax perché lei ha scritto che i gadget sono cari e a l’Uefa non risulta – dicono. E Aldair poi e le dichiarazioni anti Sensi e i lanci di Pippo all'Ansa - Aldair ha detto che i Sensi devono andare via? Sti cazzi - è la risposta - Cazzi suoi - è la risposta dell'Ansa all'imperdibile lancio di Pippo.

E poi noi che ci divertiamo certo, così ci divertiamo, pirati della notizia senza una donna al seguito, piene le giornate pienissime anche senza una donna fino a sera, fino a quando a letto non ci resta che immaginarla fino al mattino, poi è l'ora di ripartire. La notizia inseguiamo, solo la notizia, pirati in cerca di nuove storie. Niente siamo, niente è nessuno siamo, eppure stiamo bene adesso..noi pirati di una redazione che pensa di farci campare d'aria in eterno.

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domenica 24 maggio 2009

Amore eterno



Certe sere di afa e caldo appiccicoso e sudore e alcol e vestitini leggerissimi di Maggio. Di sguardi e parole e fantasie non dette certe sere in cui è sottilissimo il confine tra amicizia e sesso e amore di una notte soltanto. Certi amori si tatuano nelle vene in una notte soltanto.

Certe sere dopo che tutto è cambiato, certe parole le ha portate via il vento e il tempo e non hanno lasciato che un livido alle loro spalle, un livido e una cicatrice che resterà per sempre, fino a che il corpo non sarà martoriato dalle esperienze e dalla gioia e dalle delusioni e dalle emozioni di una vita.

Quando rientro a casa trovo il cane a leccarmi tutto e pile di piatti a farmi ‘ciao ciao’ dal lavandino. – Avrei preferito una donna – penso – a farmi ciao ciao – penso davanti ai simpatici piatti incrostati dei miei coinquilini. E neanche il cane nell’arco di tutta la serata avrà il buon senso di mettersi i guanti e svuotare il lavello.

Mi mancano quelle chiacchierate sulla spiaggia, illuminati dalla luna, quelle con la sabbia fresca sulla schiena, quelle lunghe a volte inutili ma sempre sincere e spontanee esaltazioni della realtà in riva al mare nelle notti d’estate.

Fidarsi sempre delle persone, dargli un’altra possibilità, anche quando ti deludono, quando pensano solo a proteggere se stesse e il loro ego e la loro voglia di sentirsi bene, sempre e comunque, a discapito di tutto e tutti. Questo si avevo smesso di farlo. Selezione all’ingresso prego, esagerata concentrazione di egoismo all’interno del locale da quando una sera di qualche tempo prima qualcuno aveva dato il là alle esperienze ‘uno per me e tutti per me’.

Adoro quell’attimo in cui, baciandola, il respiro le si fa pesante, quando si gira nella notte, chiude gli occhi poi con uno solo controlla se già sto dormendo e mi prende la mano e la stringe e la tira verso se fino a quando non mi sveglia. Quando sento il suo cuore pulsare forte, poi piano, poi forte e mi sembra impossibile – impossibile – possa essere durato una notte soltanto. Forse è proprio questo il segreto, solo se durano una notte soltanto, certi amori, possono restare eterni.

Prima di dormire ci sono due cose che mi chiedo. La prima è perchè non ho soppresso l'anziana signora che dopo avermi fissato 10 minuti la mattina alle 7 sotto casa mi ha detto - Stò a guardà come sei combinato. La seconda è - perchè se questo simpatico cane elefante di 70 chili è loro sta beatamente dormendo nella mia stanza? - Mi addormento prima di riuscire a darmi delle risposte.

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mercoledì 20 maggio 2009

Io non lo tradirei mai


- Scrivi bene si, scrivi bene ma ci vogliono le palle per fare questo mestiere, per alzare la testa ogni volta che chi ti sta sopra vuole esercitare il suo potere su di te, vuole sentirsi ancora più importante, vuole vedere la paura sul tuo viso –

- eeeevaffanculo – penso – maaavaffanculo – penso - a questi giornali schiavi del potere. Volgari imitazioni di quello che dovrebbe essere un giornale, burattini al servizio di chi li gestisce. Niente di più. Schiavi questi giornalisti, schiavi di un mestiere che non esiste più – penso e tiro la penna come fosse un sigaro e aspetto che mi mandi un messaggio la ragazza di ieri. Mora, capelli corti, carisma e occhi di passione, quella ragazza che ieri ha rubato il tempo della mia notte.

Non squilla il telefono stasera, non squilla e mi sento triste e vorrei lo fossero le persone che incontro per la mia strada – Che cazzo avete da ridere – penso – che cazzo ridete mentre soffro le pene della passione. Solo. Solo come mi trovo in questa calda notte di Maggio. Roma infuocata dal sole, io dalla passione – dove sei Zingara di una notte? Dove ti ha portato l’istinto questa sera? – chiedo a me stesso e a chi incontro, silenziosamente lo chiedo, con gli occhi lo chiedo. Nessuno si cura di me, nessuno a San Giovanni si chiede che problemi possa avere un pirata sardo in cerca di emozioni per le strade della Capitale.

Mi chiama Alice, la cameriera Alice vuole uscire con me stasera che tanto – Lui non c’è, è fuori per lavoro – dice – e poi è un po’ che non ci vediamo – mi dice – e dato che lui è fuori – mi dice

Scorre la città eterna, scorre alle nostre spalle mentre il motorino litiga con i sanpietrini - Maledette trappole per centauri e donne coi tacchi alti - Quando facciamo l’amore io e Alice. Le volte che lo facciamo lei ha sempre una buona parola per il suo uomo di sempre

– Sai io non gli farei mai del male, ho molto rispetto – dice mentre lascia scivolare i pantaloni nella mia casa nuova di San giovanni
– Quanto rispetto – dico – lo sento il tuo rispetto – dico – si tocca quasi – dico mentre fa scivolare le mutandine sul pavimento appena lavato della mia nuova casa di San Giovanni in Laterano Alice.
– Non capisco quelle zoccole dice – quelle zoccole che stanno con uno e..sai cosa intendo no? – dice Alice mentre con una sola mano – Ma come cazzo fanno? – con una sola mano slaccia il reggiseno color bordò motorino mio – Ma come cazzo fanno – penso – a slacciarlo così velocemente – penso mentre avrei altro a cui pensare a dirla tutta – ad altro dovrei pensare in questo momento –


Una volta. Una volta che proprio non riuscivo a slacciarlo per non fare la figura dell’imbranato le avevo detto che – è bello un po’ di mistero – avevo detto – se resti tutta nuda non c’è niente da scoprire – avevo detto. Solo Dio sa quanto avrei voluto prendere una tanica di benzina e bruciarlo quel reggiseno quella notte. Lei mi aveva guardato come un pirla – ecco ci vuole un attimo – mi aveva detto e avevamo fatto l’amore senza mistero per quella notte, niente mistero tutto scontato, quanto mi era piaciuto per una volta che tutto fosse così scontato.

Quando abbiamo finito di fare l’amore io e Alice, appena finiamo ricomincia a parlare di lui. Dei loro progetti, dei figli – Dove lo ritrovo uno così? E poi è fedele sai? Sono sicura non mi tradirebbe mai – dice Alice mentre si infila le mutandine nella mia casa nuova nei pressi delle Terme di Caracalla – Boh? – penso – ma che erbe prende? – penso ma è simpatica Alice. Adora i gatti e gli animali e pochi altri esseri viventi oltre al suo amore, l’amore che non tradirebbe mai, quello di cui parla in ogni attimo, ogni secondo, anche mentre si toglie e infila le mutandine nella mia nuova casa nel centro della città eterna.

Poi fumo tutta la notte, fumo dal caldo.

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Uno


http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=58963&sez=HOME_SPETTACOLO

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venerdì 15 maggio 2009

La cintura Just Tritolo




A Campo de Fiori oltre al Ferro c’è sempre anche l’altro ragazzo di colore che infila il dito nel culo del cane per fargli alzare la coda. E’ comunque meno nero del Ferro, maldiviano di Catania raccolto a Prati in una serata difficile e portato a vagare per il centro della città eterna a vedere – come vivono i pirati italiani -.

Scrivo per me a volte, per scrivere scrivo, per vomitare senza sporcare a terra scrivo amore, certe volte.

Noi pirati, arrivati da mari lontani e diversi, non abbiamo una metà da raggiungere, cavalchiamo l’oceano di Piazza Navona per il gusto del navigare insieme, pirati uniti da un’unica grande passione. – Una visione ormai, più che una passione –

Scrivo per ridere amore, dopo piango certe volte, resto serio, sorrido a volte. Scrivo senza pensare, sono le dita che volano sulla tastiera, libero il pensiero, nessuna gabbia quando scrivo, a volte soltanto, se proprio non voglio ferire.

- L’ ultima donna con cui sono stato mi ha chiesto di capirla, un po’ come la prima – dico – io mi ci sono impegnato per capirla, mi ci sono impegnato a fondo, ma come con la prima non ci ho capito un cazzo – Impossibile capirle certe donne, vivono incelofanate nel loro mondo certe donne e aspettano qualcuno trovi il coraggio di spogliarle di quella pellicola che le divide dalla vita.

Io lo guardo – per carità bello sei bello però respira che anche se ti spettini almeno poi puoi raccontarlo a qualcuno – penso. Movimenti lenti e controllati per il bello del Bloom, offre una spalla alla platea, sistema il ciuffo, poggia il braccio sul banco, finge una risata intelligente guardando il vuoto poi butta lo sguardo sulla sua preda. – Lui si che è bello. Se continui a non respirare e muori ti imbalsamiamo e ti usiamo come appendi abiti – penso

Scrivo certe sere prima di andare a dormire. Mentre la luna si sposta per accogliere il sole scrivo, butto la merda che c’ho in testa e vado a dormire leggero a quell’ora.

Mi guarda un po’ schifato il bello del Bloom. – Se solo avessi queste braccia – dice con lo sguardo – se solo Dio fosse stato più generoso con te – pensa – se solo potessi avere la mia cintura Just Cavalli con il marchio due metri per tre in vista che da sola occupa mezzo locale –

- Se solo la potessi avere pure io una cintura così grande – penso – piena di tritolo – penso – mi sacrificherei volentieri – penso – coglione – penso e gli sorrido in un cenno d’intesa a cui non risponde. Poco socievoli certi adoni del Bloom.

- Scrivo perché quello rimane Amore, quello sono sicuro che rimane, solo quello, Amore – penso prima di accucciarmi nel divano. Dormo nel divano stanotte, per cambiare, mi piace cambiare, dormire scomodo e svegliarmi indolenzito. Noiosa la comodità a volte, troppo noiosa – Sogni d’oro – dico e svengo.

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martedì 12 maggio 2009

Friendly un cazzo


- No, non hai capito, non è che non sono multi orgasmica, io non sono orgasmica proprio capisci? Il nulla, è come quando ti svegli con il braccio addormentato e non lo senti la notte, uguale, entra ed esce ma è come se stessi guardando un film senza audio, non sento un cazzo -

Dice e mima con le mani i gesti di lui ed il viso che s’arruffa quando è eccitato – mi sembra che debba ringhiare, a volte mi aspetto che si metta ad abbaiare e mi morda pure, a volte – dice Naya e ride e a momenti si fa seria mentre racconta e guarda la luna quasi piena nel cielo della capitale.

- Mi piace come scrivi mi dice, mi piace ma non posso più baciarti – mi dice il mio raggio di sole la mattina dopo, così mi dice il raggio di sole di una mattina – mi piaci ma non ti posso baciare, la confusione, sai com’è la confusione e le altre cose. Non puoi mica sostituirlo quel mio vecchio amore, non puoi – e mi sembra di averla già sentita questa cosa e la guardo come un pesce guarda il mondo dalla padella, come un pesce lesso la guardo mentre penso che non si tromba mai in questa capitale – Non c’è gnocca per sardi – penso ed esco che non ho casa ancora. Non ho casa e ho le vacanze da fare a Roma – che culo – penso – le vacanze a Roma – penso.

Farò le vacanze a Roma sotto il sole bollente della Capitale, mentre branchi di compagni respireranno l’estate nella nostra isola e guarderanno le stelle e la luna seduti in spiaggia con una sigaretta in bocca, male che vada una sigaretta, e si racconteranno dell’inverno e delle turiste appena arrivate e di quelle con il culo alto e basso – Ma d’estate chi passa passa, l’importante è fare l’amore – come se l’inverno poi fosse molto diverso.

Arredamento spartano, 350 euro – leggo – affittasi camera, solo uomini, friendly – leggo – amichevoli? – penso.

- Mi piaci – mi dice Alessandro, fin troppo Friendly mi sembra il padrone di casa Alessandro mentre con un dito si arruffa i capelli e mi guarda – quanto sei Friendly – penso mentre mi dice che gli piaccio Alessandro padrone di casa esigente e corretto – La pulizia è importante – mi dice – la pulizia mi raccomando e tolleranza e silenzio voglio in questa casa per favore, il silenzio. Ti crea problemi l’arredamento spartano? –
- No se non cerchi di infilarmelo nel culo – penso – anche l’arredamento spartano – penso e sorrido – Ma va – dico – adoro gli arredamenti spartani –

- Poi – mi dice Alessandro e mi guarda e si arruffa i capelli e sbatte gli occhioni manco fosse Bamby, grandi occhioni azzurri da Friendly Alessandro – Poi – mi dice – quando prendiamo confidenza mi racconti cos’hai combinato nell’ambito del giornalismo – mi dice – io faccio Radio sai?-

- Hai capito il discorso Friendly? – mi dice e mima due virgolette con le dita delle mani, - Tra virgolette un cazzo – penso che mio padre neanche vuole che io sia troppo Friendly con gli sconosciuti – Certo che l’ho capito. Ovvio che l’ho capito dico – Voglio sia una casa molto libera – mi dice e per accontentarlo lo libero subito l’appartamento – Mi faccio sentire io –dico come il ragazzo di Naya prima di fare l’amore, poi niente, come guardare un film senza audio, non ha più sentito un cazzo.

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venerdì 8 maggio 2009

Isole pirati e zingare..


Non troppo tempo fa in una città di storia e sangue e gloria, in una grossa città capitale anche della mia isola, non troppo tempo fa in quella città ho incontrato una ragazza e cortesemente lei, molto cortesemente e gentilmente mi ha fatto assaggiare le sue labbra e cordialmente mi ha aiutato a slacciare un reggiseno che sembrava saldato e mi ha concesso di conoscere i suoi seni prima uno e poi l’altro e insieme anche me li ha presentati e quando stavo scendendo a conoscere anche il resto, proprio in quel momento quella ragazza mi ha guardato negli occhi un attimo, ha messo il reggiseno nella borsetta, ha infilato la maglietta si è alzata ed è andata – un attimo in bagno – mi ha detto. Sto ancora aspettando che ritorni.

Una volta una ragazza, una femmina di uomo in vacanza sulla mia isola, sulla nostra isola quella ragazza mi ha parlato di posti meravigliosi visitati con altri uomini e mentre mi parlava sulla spiaggia della nostra isola, quella ragazza avvicinava le sue labbra alle mie ed eravamo sudati e sentivo il sapore della sua bocca senza averla mai assaggiata e mi sembrava potessi farlo da un momento all’altro. Un mio compagno, quella volta, un pirata di quella terra antica e gustosa che e' la nostra isola, un mio compagno è arrivato proprio quando eravamo così vicini che già non riuscivo a controllare le mani, da quanto eravamo vicini già avevo la mano tra i suoi capelli ed è arrivato e qualche giorno più tardi mi ha raccontato che – scopa benissimo – mi ha detto quel pirata della donna che avevo voglia di baciare io quella notte, su quella spiaggia, sulla nostra isola.

Quella ragazza, quella che si è alzata per andare un attimo in bagno l’ho incontrata poco tempo fa – Hai fatto pipì? – mentre con una mano stringeva la mano di un ragazzo alto e grosso come una montagna, - Quanta pipì – le ho detto e non mi ha neanche risposto.

Una volta si che ci sono stato, una volta ci sono stato con una di quelle donne alte ed eleganti e perfette nei loro movimenti controllati e studiati la sera davanti allo specchio prima di uscire.

Una volta ci sono stato e la sentivo l’invidia delle persone che mi guardavano, miracolato da Dio accanto a quell’essere meravigliosamente bello e affascinante. E se solo avessero saputo quelle persone, se solo avessero saputo quanto mi annoiava quella perfezione e quell’eleganza e quell’attenzione ad ogni gesto ed ogni parola e quanto ho pensato alla mia Zingara in quei momenti, alla mia zingara così magicamente semplice la mia zingara semplicemente imperfetta e sorridente e gioiosa e attaccata alla vita, meravigliata dalla vita la mia zingara.

Amava far l’amore in ogni posto la mia zingara, in spiaggia, in acqua e sui tavoli di marmo d’estate all’aperto, quanto sono freschi i tavoli di marmo d’estate sotto il sole incazzato d’agosto, e i pavimenti tutti e i bagni e le poltrone e i divani amava la mia zingara e le scale per salire a casa e la macchina ovunque fosse parcheggiata in qualsiasi posto in qualsiasi momento l’amava la mia zingara.

E io pirata della mia isola, io pirata in cerca di nuove storie, io pirata del mondo con il cuore nella mia isola ho deciso di vagare per altre terre e navigare altri mari e affrontare le tempeste con la mia nave in cerca di una zingara che voglia conquistare un isola da vivere insieme a me..io la zingara e la nostra isola..

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mercoledì 6 maggio 2009

La ballerina



Certe ragazze, certe giovani donne dai corpi perfettamente dipinti sopra le loro anime bianche e rosse di passione, certe creature hanno sudato giorni e notti e mesi e anni per avere quelle gambe forti e agili e quella linee dolci nelle loro carni dolcemente muscolose e quando fanno l’amore, quando te le trovi sopra, meravigliosi sogni dai lunghi capelli raccolti in una coda, quando te le trovi sopra sembrano danzare coreografie immaginate dal cielo, certe ragazze.

Giovanni sta con le cuffie del suo lettore e della sua musica metal e legge libri di maghi e diavoli e dragoni e ogni tanto si gira e guarda Otero e gli ride in faccia per farlo incazzare e gli basta lo sguardo di Otero che se lo becchi in giornata bene, ma se gli parte la valvolina diventa come mille bisonti imbestialiti – e allora son cazzi Giovà, allora si che son cazzi e spera ti difendano maghi diavoli e dragoni, spera riescano a difenderti - dico

E io ho un dolore alla spalla, un dolore forte e fitte al braccio e al costato e penso che potrebbe essere un principio di infarto, maledetta paura di morire, e provo a respirare piano e forte e fare movimenti per vedere se mi passano i dolori e chiedo a Giovanni a chi mi devo rivolgere in questi casi - A un becchino - mi risponde e guardo il cielo e dico – A me sembra un po’ prestino – dico a qualcuno nel cielo – Non ti sembra prestino? – dico guardando il cielo io e la mia maledetta paura di morire prima del tempo. Non esiste un tempo. – Dio lancia le freccette e colpisce a caso poi chiede scusa quando arrivi alla sua corte -

Quelle ragazze dai corpi perfettamente dipinti e altre ancora che sembrano immaginate da Van Gog, due o tre pennellate a cazzo per loro, anime dolci e amare dentro corpi diversamente dipinti, quelle ragazze spendono e comprano e si circondano di oggetti e si compiacciono dei loro costosissimi acquisti come potessero portarli a Dio un giorno, quel giorno, quando i loro corpi saranno concime per la terra.

Otero avvisa per l’ultima volta Giovanni che gli ride in faccia e penso che alla prossima neanche Satana in persona lo salva, che quando si mangia le unghie così Otero, quando guarda il vuoto e si mangia le unghie e guarda Giovanni in quel modo pure Satana e meglio che si metta al riparo.

Presto una piccola creatura venuta dalla luce, una piccola creatura venuta dalla passione di una sera, dalla passione e dal rimorso e dall’agitazione di una notte folle e bugiarda, presto una timida anima venuta da quella notte guarderà il padre e la madre e penserà di essere nata dal loro amore e non saprà mai forse, mai potrà sapere che se solo poche settimane prima avesse avuto più coraggio quel padre, se solo la sua ballerina gli avesse detto di si e lui avesse avuto le palle che non ha mai avuto, allora quella piccola anima non sarebbe mai nata e lui avrebbe lasciato quella moglie sposata senza amore, perché – era ora di sposarsi e non potevo più tornare indietro – avrebbe lasciato quella moglie per la sua ballerina e sarebbe nata un'altra anima in un altro corpo, in un'altra storia. Siamo figli del caso – viviamo cullati dal caso – dice Giovanni e poi guarda Otero e ride e in un secondo si trova sdraiato a terra con Otero sopra – Ridi ora, dai ridi ora – gli dice Otero e giocano come due leoni che devono imparare a cacciare loro, giocano e ridono e sudano sotto il sole incazzato della nostra isola.

E mi fa male la spalla e tutta la parte sinistra del torace e - forse è un principio di infarto porcaputt - penso e guardo il cielo - e mi sembra un pò prestino per lanciarmi la freccetta - penso - e se anche mi chiedi scusa dopo, o mi spieghi - dico - non mi venire a dire che non hai mira dopo, statti fermo e prendi il sole e gioca a bocce - penso e guardo il cielo in questa splendida giornata di Maggio io la ballerina, la creatura nel grembo di una madre tradita e Otero e Giovanni che ci sono, nella mi testa ci sono.

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venerdì 1 maggio 2009

1/5/2009: il disegno



A volte il vento se le porta via certe anime e solo Dio potrà spiegarne il motivo un giorno, il senso del suo disegno, un giorno Dio magari verrà a spiegarcelo a noi che non sempre riusciamo a capirlo.

Il vento porta via anime giovani incastrate in corpi improvvisamente fragili ed ho la sensazione che le persone siano pronte ad accoglierla la morte in questo paese dannato e meraviglioso più che in altri luoghi, ed è una sensazione lo so, soltanto una sensazione nel silenzio del primo maggio, io e l’ape e la roulotte e jimmy e il formicaio e le nespole e i piselli e la mia sedia siamo rimasti soli ad ascoltare il vento e il mare e il volo confuso degli insetti e il volo danzato dagli uccelli.

Il vento passa e le porta chissà dove certe anime, passa e le fa scivolare via come lacrime il vento certe anime.

Qualcuno è riuscito a prepararsi prima al distacco, è riuscito a guardarlo dall’alto il disegno della vita e coglierne le sfumature e accettarne il gioco, accettarlo il passaggio, qualcuno è riuscito a farsi forza per accompagnare quell’anima insieme al vento.

Ho l'impressione né abbia capito il senso dietro l'apparente timidezza, sotto quell'immensa cupola di umiltà, che senza alzare i toni riesca ad insegnare un sacco di cose ho l'impressione, così mi è sembrato di leggere in certi suoi sguardi, in certi suoi sorrisi, in certi modi solo suoi di affrontare la vita..il primo Maggio di quest'anno..

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