martedì 30 giugno 2009

Qua qua qua



“Mi manchi, certi giorni, quando proprio non ho un cazzo da fare mi manchi ancora”

“Non ti amo certo, però sei stato importante, il primo a sbagliare certo, io l’avevo detto che dovevo pensare a me stessa, il lavoro sai, la rete di conoscenze nuove sai, quella persona che occupava il mio tempo, il guardaroba cazzo, avevo da rifarmi tutto il guardaroba, cosa pretendevi, che andassi a lavoro tutte le settimane con le stesse scarpe?”

“Il mio nuovo fidanzato si che mi capisce, alto, moro, piacevole. Sono stata a letto con quel mio ex prima, l’ho dovuto fare, mi ha ospitata a casa sua e non sapevo come ringraziarlo. Dopo con il tempo ho trovato l’amore. Sono incinta. Ti ricordi l’ultimo regalo che mi hai fatto? La tutina per neonati? Finalmente mi serve a qualcosa, mi sembrava così inutile, uno sforzo sovraumano per sorriderti e dirti che mi piaceva. Almeno adesso mi serve a qualcosa. Era come un portacellulare senza Nokia dentro insomma. Ora si invece. Lui è Sandro, il mio compagno”

“Ora si che sono felice, rido come una matta. Sembro una pazza, faccio un sacco di cose strane, le risate, tu non immagini le risate che ci facciamo con le mie amiche e il mio compagno certe sere”

“Una volta abbiamo fatto molto tardi la sera, siamo stati sulla spiaggia in cerchio, abbiamo discusso dei problemi della vita, il caro dentisti, creme abbronzanti, la seconda guerra mondiale, quell’altra guerra..come si chiamava quell’altra guerra? Non mi ricordo se terza o prima, ma finiva sempre con guerra mondiale, questo lo ricordo, ne sono certa, perché mi ero detta che se ricordavo l’ultimo pezzo poi dovevo solo cambiare il primo, mannaggia”

"Io e Sandro siamo molto rispettosi l'un dell'altro. Ognuno i suoi spazi, io il pomeriggio gli faccio guardare uomini e donne e lui la sera in cambio rinuncia a sarabanda per farmi vedere Un posto al Sole. E' molto dolce, ogni sera, prima di andare a dormire prepara la camomilla, come la fa lui non la sa fare nessuno. Io penso, lui non me lo ha mai voluto confessare, ma io credo che il trucco stia nel modo in cui scuote la bustina prima di bagnarla nell'acqua bollente. Noi facciamo la camomilla solo con la Ferrarelle sai? Tu come va? Sei sempre senza soldi come prima? Povero, dalll'aspetto direi di si, non è cambiato tanto vero? Vedrai che arriverà il tuo momento"

"Non siamo sposati, crediamo molto nel matrimonio e appena ereditiamo dal padre di Sandro quella villetta poco fuori città. Appena prendiamo possesso della nostra tana allora pensiamo di consacrare il nostro amore"

“Vorresti essere il mio testimone? Dovresti vestirti in un certo modo però, magari ti puoi fare accompagnare da Sandro, lui si che ne capisce, abbina sempre calzini e mutande, oggi per esempio li porta verde incredibile Hulk, se vai con lui stai sicuro che non ti fa sfigurare, Sandro ti andrebbe?”

“Perché vai via? Dove vai? Luca? Ehi dove stai andando?”

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lunedì 22 giugno 2009

martedì 9 giugno 2009

Blog in Vacanza


Il Capitano sardo ringrazia chi ha letto per la pazienza, chi ha commentato per la cortesia, i protagonisti delle storie, quelli che hanno agitato la sua realtà per diventare fantasia sotto forma di racconto.

Il Capitano sardo ringrazia i sogni che riempiono le sue ore, chi gli permette di non crescere troppo velocemente, chi non rispondendo mai alle domande gli consente di continuare a cercare le riposte.

Il Capitano sardo ringrazia chi gli ha spappolato lo stomaco e chi gli ha addolcito le giornate, che nel bene o nel male, gli ha comunque consentito di scrivere.

Ringrazia gli amici, quelli veri e le amiche poi le donne che popolano la sua testa e quelle che l'hanno popolata in precedenza.

Il Capitano sardo ringrazia la sua Isola, la sua Casa e chi ha la pazienza per crederci ancora..

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sabato 6 giugno 2009

Solo se immagini di volare


All’orizzonte è solo mare. La vita è soltanto un viaggio in cui le donne si fanno troppe domande. La vita è un viaggio in cui le donne chiedendosi se fanno bene o male finiscono per non fare niente. La vita è soltanto un viaggio in cui gli uomini, se aspettano che le donne finiscano di farsi domande, aspettano un treno che non passerà mai.

Sono seduto sulla riva di quest’isola e guardo il mare e penso che per me lei è bellissima. Mia madre dico. E’ bellissima quando ride di gusto, quelle poche volte che ride di gusto e glielo si legge negli occhi, nei suoi splendidi occhi le si legge quell’attimo di felicità eterna. Eterna in un solo attimo mia madre. Un brivido per cui vale la pena vivere quell’attimo.

Sono seduto sulla riva di quest’isola e sento gli schizzi del mare sui piedi nudi e la sabbia tra le dita e il sole batte forte mi saluta e si nasconde. Arriva la sera. Va a riposare il sole, saluta e si nasconde dietro le nuvole. Tra cento anni un uomo, seduto sulla stessa riva penserà le stesse cose. Potesse leggere queste poche righe riderebbe della vita che si ripete, dei pensieri che tornano, negli stessi uomini, reincarnati in corpi appena nati.

La luna ha mangiato tanto questa notte. Grassa grossa luna bianca a illuminare il mare. L’amore è una storia sentita che ci piace riascoltare. L’amore è una favola raccontata ad un bimbo che ci sa credere. L’amore è una stella per l’uomo che immagina di poterla afferrare. L’amore è un bimbo che chiude gli occhi e immagina di volare. Non avere paura dell’amore, chi vive per se muore nell‘illusione di essere diventato qualcuno..

Stolto quell’uomo che non ha il coraggio di porsi delle domande. Bisogna interrogarsi e poi vagare per il mondo a cercare le risposte. Il senso cerco, il senso mentre mi guarda distante qualche metro. Non conosco che i suoi occhi, splendida creatura uscita dal mare questa notte. Era dentro il mare a cercare le sue risposte. Dal silenzio degli abissi è uscita fuori una splendida creatura, è passata ed è andata via. Persa in mezzo al buio.

Le parole di una donna sono solo musica per ingannare il tempo se non sai leggerla negli occhi. Lo sguardo è il diario di una donna persa nei suoi pensieri. Una volta mi piacerebbe uscirci e scoprire i suoi segreti. Quanti segreti nascondi? Se solo potessi scoprirlo, se solo potessimo vederci una volta, una volta sola in mezzo a questa spiaggia amore. Se solo uno, uno solo sapesse con chi sto parlando un giorno forse, potresti perfino venirmi a trovare amore.

Certe donne quando fanno l’amore sono esplosioni d’istinto, feline a caccia di piacere certe donne, quelle che smettono di farsi domande a momenti per respirare la vita, per avere qualcosa da raccontare al cielo. Quelle che mordono come dovessero farsi i denti. Quelle che per un momento non esiste la ragione. Quelle che peccano per il gusto di sbagliare. Splendide creature illuminate dalla luna, certe donne.

Quante volte, guardandoti alle spalle hai pensato - Se potessi tornare indietro..- Starai in silenzio, quando in cerchio, sopra una nuvola, ci racconteremo le stronzate fatte in questa vita? Voglio correre e sentirmi libero una volta soltanto, una volta ancora soltanto, non sarà certo il dolore a togliere il gusto ad una vita.

Il mio angelo è andato via per indicarmi la strada dal cielo.

Sei ancora in tempo, se vuoi, per tornare bambino e fare tutto quello che non hai mai avuto il coraggio di fare. Ci troveremo in cerchio, sopra quella nuvola, a raccontarci le stronzate di una vita. Il bagno nudi in quella notte, zingari senza paura, vagabondi in cerca di emozioni forti, dieci anime vestite solo della vita. Ricordi?

Sono uno zingaro sardo sulla riva di quest’isola magica in contemplazione del mare, mi cibo di silenzio, delirio e sogni questa notte. Poi torno a casa e scrivo, accanto a mia madre, in un attimo di eternità.

Sorridimi ancora una volta.

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giovedì 4 giugno 2009

Ola Chica


Mi cibo di musica in questa sera perversa di inizio giugno. Prima di uscire. Tango e trinciato questa sera Dio. Tango, trinciato e ossigeno questa sera Dio.

- hola – mi verrebbe da dirle – hola chica – mi verrebbe da dirle questa sera. Poggio il braccio fuori dal finestrino e la vedo sfilare intorno alla macchina la mia Chica di questa sera. – Ojj, ojj como estas niña en esta cálida noche – mi verrebbe da dirle alla mia chica di questa bollente notte romana - como estas en esta cálida noche ? – e l’immagino fumare, vestita soltanto della sua pelle, sotto una quercia a ridosso della spiaggia della nostra lontana isola. E l’immagino fumare e non c’è bisogno nemmeno di una parola.

Parla poco, guarda il vuoto, alza la testa e manda il fumo verso il cielo, sospira, si avvicina, mi bacia, - me gusta aqui - Labbra di passione, labbra venute da lontano per regalarmi questa notte, labbra calienti questa notte chica. Si sposta e fuma ancora.

Il sole ha lasciato la scia in questa giornata per farci sudare, ma è la passione a farci mancare il respiro. E la gelosia a farci mancare il respiro questa notte – Non andare via Chica, mia soltanto per una notte Chica -

Una volta, la prima volta mi aveva raccontato la mia Chica di aver percorso Il Cammino di Santiago di Compostela, e ad ogni passo, ad ogni passo aveva parlato con Dio e neanche stavolta lui, neanche questa volta aveva voluto risponderle. Era arrivata stanca e incazzata e aveva deciso di peccare per il resto dei suoi giorni. Chica infernale la mia Nina di questa sera che ha peccato e vuole peccare per il resto dei suoi giorni.

- Questa stanza è il nostro Messico nina – dico – questa stanza brucia come il Messico certe estati – dico mentre la mia Chica sfila la gonna e si presenta vestita soltanto dei suoi occhi. L’estate è bellissima certe notti. La vita non riesce ad aspettare, ti sbatte contro in un frontale certe notti di questa estate. La senti prender fuoco dentro, certe notti. Brucia di gelosia questa notte. Nessun argentino potrà portarti via, questa notte – Chica -

La mia zingara piangeva certe sere. Piangeva ed era inconsolabile. Frustrata dal destino che non sapeva manovrare. Piangeva e per consolarla la prendevo tra le mie braccia. Io per asciugarle le lacrime, l’altro per un altro motivo che in questo momento proprio non riesco a ricordare.

- Non me matar por favor – dico. Fuma e chiude la porta alle sue spalle.

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martedì 2 giugno 2009

Questa è la nostra storia


Ci trastulliamo nella notte per le vie bagnate della città eterna noi tre pirati senza un porto che possa farci attraccare almeno per una notte. Fosse anche per una notte soltanto. Tempesta di mare in questa sera di navigazione ciurma, tutti ai propri posti ciurma questa sera è il mare di Trastevere che dobbiamo affrontare, poi tutti in cabina State of the Play ciurma, State of the Play stanotte.

Attracchiamo porti di pirati mercenari venuti da lontano per gettare l’ancora nel nostro fondale preferito. Attracchiamo su porti di altri pirati per poi lasciare spazio quando il sole e il mare piatto come le vite di alcuni ci consentono di riprendere la navigazione verso altri porti, verso altre mete, verso altre avventure.

Frequentiamo donne che si illudono di poter stare al timone ma siamo noi ad issare le vele – Tutti a babordo pirati che chi e' padrone del mare, e' padrone della terra, pirati. Due capitani mandano la nave contro lo scoglio pirati, uno è sempre di troppo pirati se vogliamo salvare la nostra scialuppa, uno lo dobbiamo eliminare. Cibo per i cani dei nostri oceani. Cibo per pescecani il capitano di troppo deve diventare, in pasto alle donne dei nostri mari.

Frequentiamo donne che sono squali incontentabili e che sotto un tetto di stelle ci chiedono la luna. Donne che salpano da una nave all’altra, donne che tratteniamo e donne a cui sciogliamo le briglie per poterci accovacciare a Poppa e ammirare liberamente l’orizzonte tra pirati.

Niente ci stupisce, conosciamo i nostri mari. Illuso chi pensa un giorno di poterci veder naufragare. Pattiniamo sui nostri mari. Danziamo sui nostri mari in cerca di un isola che per una notte, fosse anche per una notte soltanto, possa diventare la nostra isola.

A notte tarda siamo ancora svegli. A volte parliamo. A volte sono solo lunghi silenzi ascoltando il rumore del mare. Non abbiamo bisogno di parlare sempre. Il silenzio non è imbarazzo, il silenzio ci aiuta a concentrarci sulla nostra rotta e se domani, se domani una delle nostre donne dovesse finire nelle mani di Pirati maldestri, zingari del mare affamati di carne, tirate fuori gli uncini, fate paura al nemico, poi lasciatele andare. Abbiamo un isola da raggiungere, questo è il nostro destino pirati di questa nave, questa è la nostra storia..

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lunedì 1 giugno 2009

La mia famiglia Erasmus



Vivo a Roma. Vivo a Roma con il mio amico Matteo e sette ragazze erasmus. Tutti in una casa. L’abbiamo presa vuota e arredata con mobili di fortuna. Abbiamo fatto il giro delle case, conoscenti e non, e abbiamo raccattato tutto ciò che in quelle case era di troppo. C’è sempre qualche credenza, qualche comodino, qualche poltrona nei ripostigli dei palazzi di cui le persone non sanno come liberarsi. Io e Matteo, pirati di una città presa in prestito, abbiamo liberato quelle case dal superfluo rendendolo indispensabile per la nostra casa.

Il valore è sempre relativo. A volte mi sono innamorato di donne che per altri che ci erano stati non avevano avuto nessun tipo di senso. Con me erano diventate preziosissime e viceversa a volte ero stato con donne preziosissime per altri e di poco valore per me. Non mi ci ero legato, non ci legava niente e ognuno per la sua vita, ognuno per la propria strada anche mentre facevamo l’amore con quelle donne. Mai ci eravamo fusi l’un l’altro. Mai mi erano rimaste marchiate sulla pelle, mai come altre che ancora bruciano negli angoli del mio corpo.

E’ così un po’ per tutto. Chi per esempio guardando una stella cadente ha mai espresso il desiderio di una tazza del cesso nuova? A me è successo. Ogni volta che mi ci sedevo dopo colazione, dopo il caffè della mattina, ogni volta mi si incastrava un pezzo di coscia nella tazza rotta e nessuno può immaginare che male e che fatica non potersi rilassare e dover cagare ogni volta rigidi e con l’ansia che con una mossa sbagliata mi si sarebbe incastrata un pezzo di carne in un pezzo di tazza. Ah come l’ho desiderata quella notte di stelle cadenti la mia nuova tazza del cesso. Ah come mi sono rilassato poi con giornali e riviste e la schiena rilassata quando l’ho cambiata.


Le ragazze sono tutte fuori oggi. Alba, Nayara e Imma le spagnole, Ana e Joana le portoghesi, Magda la Polacca e Alessandra la Brasiliana. Matteo ha fatto l’amore con Imma e Joana. Io ho perso la testa i primi giorni per Alessandra, ci ho dormito insieme e mentre stavamo per fare l’amore, mentre era nuda e stavo per entrare dentro di lei era entrata Magda ubriaca come una bottiglia di vodka e si era sdraiata accanto a noi. Io e lei nudi e Magda vestita accanto a noi. Non aveva più voluto far l’amore, si era girata e si era messa a dormire. Non ho più avuto molta simpatia per Magda da quel giorno, lei non lo sa, ma un pochino la odio per quella sua inquietante precisione nell’essere nel posto sbagliato al momento sbagliato. Se ho fame la trovo ai fornelli. Dopo la mia colazione occupa il bagno. Se devo leggere strimpella il pianoforte.

Tutte le notti aspetto che si addormenti e poi la sveglio per darle la buonanotte. Lei mi dice grazie poi appena esco fuori dalla porta sento – Fuck – e vado a dormire più sereno.

Mi trovo a letto con una donna che non è la mia donna. – Domanda tecnica – mi dice – Il preservativo? – mi dice e mi sento un coglione quando mi accorgo che l’ho regalato a Matteo.
- E no –
- Allora niente – mi dice – Però possiamo fare altro – mi dice, infila i vestiti e tira fuori una scacchiera di quelle piccoline con le pedine calamitate. Niente sesso, giochiamo a scacchi. – In fondo era da tanto anche che non giocavo a scacchi – penso per consolarmi.

Quella ragazza che qualche sera prima mi aveva chiamato e guardandomi con gli occhi che sembravano quelli di mia nonna l’unica volta che l’ho vista piangere. Guardandomi con quegli occhi e abbassandoli a tratti mi aveva detto due piccole bugie in serie. Non le avevo detto che sapevo da dove stava arrivando. Non gliel’avevo detto per non metterla in imbarazzo. Eppure lo sapevo. Ma non aveva molto senso spiegarglielo in quel momento.
Certe donne quando ti dicono una bugia poi per sentirsi meglio si convincono di aver detto la verità.

Vado a svegliare Magda poi crollo cullato dal vento di questa notte..

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