Attraverso mari in burrasca per scoprire l’inverno di un'isola lontana qui che l'inverno è un altra cosa anche se il mare resta il posto più popolato anche quando il freddo gela campi in erba paradiso di pecore e buoi e dei loro pastori dai pantaloni in velluto sempre un po’ imbronciati con le loro urla e i loro bastoni nel silenzio della campagna e il resto è deserto o quasi, come nei vecchi film western, un paese fantasma con qualche cadavere fuori dai bar a bere birra o mirto e dire la sua sull’ultimo morto di Ilbono o sui terreni confiscati a Francheddu o sul figlio dei Cau che spaccia e si buca sotto i piedi perché così non se ne accorge nessuno e ruba a volte, così hanno detto almeno a s’Astaria che ruba a volte e poi qualche ragazzino a impennare per il corso senza casco e qualche volta a sfasciarsi a terra e sfondarsi il cranio povera anima volata in cielo pianta da tutti quelli che diranno che era un bravo ragazzo finito nell’abbraccio di cattive compagnie e poi le ragazzine con i seni in vista per conquistare il più burdo del paese che però ha la moto truccata e la Clio assetto ribassato e offre la coca, non la fa mai pagare la offre e anche se non ha la terza media a letto è un toro dicono, lui che è cresciuto nella strada figlio di una vita difficile che non gli ha concesso i privilegi degli altri lui che se l’è sempre dovuta sbrigare da solo e se ruba o spaccia o fa del male è perché è la vita non perché è uno stronzo senza voglia di fare un cazzo. La domenica i ragazzini in chiesa e le nonne a predicare, il prete a benedire e poi a giocare a calcio balilla e se è libero a biliardo da Ziu Piero o alla Rosa dei Venti o da Mundicca e poi nient’altro, tutti al mare in macchina con il riscaldamento acceso a far l’amore, a sentire la musica fumare e tirare di coca che tanto controlli qui non ce ne sono e il massimo che ti può succedere e finire la roba o avere la ragazza con il ciclo.
Fumo hascis solo dove sono sicuro di non essere visto da nessuno. In paese le voci corrono e non mi va vengano a saperlo persone che potrebbero restarci male. Gli altri li hanno beccati tutti chi prima o chi dopo e altro che hascis e se ne sono anche fregati dei rimproveri che hanno ricevuto da genitori che anni prima avevano fatto lo stesso e da altri che ancora adesso lo fanno e da forze dell’ordine che novanta volte su cento chiudono un occhio poi si svegliano all’improvviso e fanno come se drogarsi, farsi, fumare, tirare in questo posto, in quest’isola felice e selvaggia, arretrata e sincera, in quest’isola di uomini che pensano oltre il mare sia finito tutto, fosse veramente vietato da qualcuno.
Qui, nell’isola che l’inverno non cè
sabato 29 novembre 2008
S'Astaria
Pubblicato da Gandhi alle 21:31
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1 commento:
ciao Luca...
ti mando un forte abbraccio che ti scalda il cuore
bacio
chiara
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