Non ho mai capito cosa si festeggia a ferragosto, metà mese?
Sono sette anni che non la vedo e non mi parla e ci sbatto sopra in un posto che nelle sere in cui immaginavo il nostro futuro incontro neanche esisteva ancora
Allora per forza di cose che l’incontro immaginario era sbagliato. Colto in fallo, me la prendo con il mio quinto senso e mezzo, vado via e provo a rincontrarla in modo più consono a come lo avevo immaginato,
Niente, sempre lo stesso effetto, lo stesso non effetto
A lui neanche devo stare così simpatico. Un messaggio, mi dice di un messaggio di sette anni prima che mica lo aveva gradito, volevo fare l’amore con lei e sposarla, sogni di un ventenne ubriaco non corrisposti dal ragazzo della ventenne a cui li aveva confidati
Capisco che certi incontri troppo pensati quando si scontrano con la realtà sono molto meno affascinanti, provo a farmene una ragione
Non è altro che una gnometta con il gusto per le cose semplici, sempre meglio della gargamella con l’hobby di amplificare problemi inesistenti, penso, ma poi alla fine, come al solito giustificherò l’ingiustificabile?
Penso al prossimo incontro riservato dal destino e mi ritrovo deluso prima ancora di trovar mici all’interno
Un locale, un tavolino, lei con il suo lui, sguardi che si incontrano e indifferenza assoluta, niente di niente, apatia, io non invidio lui, lei non invidia me né la mia vita, nè ricordi né rimpianti, tutto troppo breve, tutto troppo veloce, la moda è vivere l’attimo fine a se stesso
Meno male che Angioletta mi ha fatto Giovanni
Allora quando passa lei e mi porta via ci vado senza batter ciglio, sette anni ad aspettare poi mi dimentico anche di salutarla quell’altra, o forse mi sto solo adattando alla moda
Biologicamente non ho più di ventitré anni, quando me lo dicono ringrazio Dio, Mezza Penna altrimenti mai l’avrei potuta conoscere, sono l’unico al mondo ad essersi creato la sua gnoma a proprio piacimento
Un genio
O forse c’è che non mi voglio adattare a certe mode
Sono sette anni che non la vedo e non mi parla e ci sbatto sopra in un posto che nelle sere in cui immaginavo il nostro futuro incontro neanche esisteva ancora
Allora per forza di cose che l’incontro immaginario era sbagliato. Colto in fallo, me la prendo con il mio quinto senso e mezzo, vado via e provo a rincontrarla in modo più consono a come lo avevo immaginato,
Niente, sempre lo stesso effetto, lo stesso non effetto
A lui neanche devo stare così simpatico. Un messaggio, mi dice di un messaggio di sette anni prima che mica lo aveva gradito, volevo fare l’amore con lei e sposarla, sogni di un ventenne ubriaco non corrisposti dal ragazzo della ventenne a cui li aveva confidati
Capisco che certi incontri troppo pensati quando si scontrano con la realtà sono molto meno affascinanti, provo a farmene una ragione
Non è altro che una gnometta con il gusto per le cose semplici, sempre meglio della gargamella con l’hobby di amplificare problemi inesistenti, penso, ma poi alla fine, come al solito giustificherò l’ingiustificabile?
Penso al prossimo incontro riservato dal destino e mi ritrovo deluso prima ancora di trovar mici all’interno
Un locale, un tavolino, lei con il suo lui, sguardi che si incontrano e indifferenza assoluta, niente di niente, apatia, io non invidio lui, lei non invidia me né la mia vita, nè ricordi né rimpianti, tutto troppo breve, tutto troppo veloce, la moda è vivere l’attimo fine a se stesso
Meno male che Angioletta mi ha fatto Giovanni
Allora quando passa lei e mi porta via ci vado senza batter ciglio, sette anni ad aspettare poi mi dimentico anche di salutarla quell’altra, o forse mi sto solo adattando alla moda
Biologicamente non ho più di ventitré anni, quando me lo dicono ringrazio Dio, Mezza Penna altrimenti mai l’avrei potuta conoscere, sono l’unico al mondo ad essersi creato la sua gnoma a proprio piacimento
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O forse c’è che non mi voglio adattare a certe mode
2 commenti:
admin
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