giovedì 4 giugno 2009

Ola Chica


Mi cibo di musica in questa sera perversa di inizio giugno. Prima di uscire. Tango e trinciato questa sera Dio. Tango, trinciato e ossigeno questa sera Dio.

- hola – mi verrebbe da dirle – hola chica – mi verrebbe da dirle questa sera. Poggio il braccio fuori dal finestrino e la vedo sfilare intorno alla macchina la mia Chica di questa sera. – Ojj, ojj como estas niña en esta cálida noche – mi verrebbe da dirle alla mia chica di questa bollente notte romana - como estas en esta cálida noche ? – e l’immagino fumare, vestita soltanto della sua pelle, sotto una quercia a ridosso della spiaggia della nostra lontana isola. E l’immagino fumare e non c’è bisogno nemmeno di una parola.

Parla poco, guarda il vuoto, alza la testa e manda il fumo verso il cielo, sospira, si avvicina, mi bacia, - me gusta aqui - Labbra di passione, labbra venute da lontano per regalarmi questa notte, labbra calienti questa notte chica. Si sposta e fuma ancora.

Il sole ha lasciato la scia in questa giornata per farci sudare, ma è la passione a farci mancare il respiro. E la gelosia a farci mancare il respiro questa notte – Non andare via Chica, mia soltanto per una notte Chica -

Una volta, la prima volta mi aveva raccontato la mia Chica di aver percorso Il Cammino di Santiago di Compostela, e ad ogni passo, ad ogni passo aveva parlato con Dio e neanche stavolta lui, neanche questa volta aveva voluto risponderle. Era arrivata stanca e incazzata e aveva deciso di peccare per il resto dei suoi giorni. Chica infernale la mia Nina di questa sera che ha peccato e vuole peccare per il resto dei suoi giorni.

- Questa stanza è il nostro Messico nina – dico – questa stanza brucia come il Messico certe estati – dico mentre la mia Chica sfila la gonna e si presenta vestita soltanto dei suoi occhi. L’estate è bellissima certe notti. La vita non riesce ad aspettare, ti sbatte contro in un frontale certe notti di questa estate. La senti prender fuoco dentro, certe notti. Brucia di gelosia questa notte. Nessun argentino potrà portarti via, questa notte – Chica -

La mia zingara piangeva certe sere. Piangeva ed era inconsolabile. Frustrata dal destino che non sapeva manovrare. Piangeva e per consolarla la prendevo tra le mie braccia. Io per asciugarle le lacrime, l’altro per un altro motivo che in questo momento proprio non riesco a ricordare.

- Non me matar por favor – dico. Fuma e chiude la porta alle sue spalle.

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