lunedì 7 gennaio 2008

Condomini, DIplomazia e Omicidi Plurimi


Era bastato conoscere la vita di tre diversi condomini per rendersi conto che stragi come quella di Erba si sarebbero potute ripetere in tempi neanche troppo lontani. Non era infatti certo la bontà dei miei vicini a poterla evitare, piuttosto la mia infinita pazienza. Avevo declinato l’invito all’omicidio plurimo nonostante il diavoletto appollaiato nella parte più nascosta del mio cuore m’avesse consigliato di utilizzarle non solo per le bistecche le armi bianche che alloggiavano in cucina. Sette atti di dolore, l’avevo cacciato che già con una mano avevo afferrato quel coltellaccio di trenta centimetri che solitamente utilizzo per tagliare la cipolla per il soffritto del sugo. Se muoio ora Studio Aperto con questo post trova materiale per almeno 3 mesi di messa in onda tra il nuovo amore dell’Arcuri e le tette rifatte della Lodo. In pochi anni avevo ribaltato non solo ogni abitudine ma spesso la maggioranza del significato che davo ai concetti più importanti che popolavano la vita. Dall’amore al lavoro ai soldi all’amicizia. Qualcuno avrebbe parlato certamente di incoerenza, a me era sembrata una incomprensibile evoluzione in vista di un futuro che forse mi avrebbe riportato indietro invece che avanti. L’ultima volta che mi ero fidanzato l’avevo fatto con uno splendido cartone animato e mi era sembrata la scelta più sensata vista la mia condizione psico-fisica, eppure ancora una volta non era bastato. Non che fossi circondato da vicini espressamente cattivi. Semplicemente avevano comprato casa in condominio e pretendevano di vivere nella tranquillità di una megavilla in campagna: Passi che quando alle sedie si smonta il cosetto sotto per non far rumore la strisciata sul pavimento possa dare fastidio, passi che il motorino messo sulla linea che confina con lo spazio del posto macchina altrui non faccia piacere, passi pure che ogni cosa che succede adesso è colpa del nostro appartamento, passi che quando piove mi vengano a dire che dal mio balcone è scesa dell’acqua, passi che a quello di Milano per non lamentarsi quando saliva incazzato finivo per mandarlo a casa con un pezzo di formaggio sardo ed una pacca sulla spalla, e che passi pure che se mi cade una mutanda stesa nel terrazzo di quella di sotto invece di restituirmela me la butti in mezzo alla strada, passi che qualcuno era arrivato a lamentarsi perché in casa era entrata più di una donna alla volta e che si passi pure la vecchietta a milano che mi suonava tutti i giorni per aiutarla a traslocare le piante dal balcone alla cucina..passi che ti ripassi avevo imparato che la cosa che infastidiva di più non erano tanto i rumori o la inadempienze quanto il sorriso a pieni denti che avevo imparato a distribuire per riappacificare il condominio..e mi era venuto da farlo ancora.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il mio vicino non si lamenta +...
Eppure gli sorrido sempre quando lo vedo

Anonimo ha detto...

1) La mia teoria è che + Studio Aperto&friends ci parlano di liti, violenza e pazzia, + le componenti distruttive dell'umana essenza entrano nell'immaginario comune e aumenta la probabilità che vengano effettivamente agite.
2) Ogni posto ha il suo condominio: a Milano la gente ti ignora anke se ti mette sotto 1 autobus e i condomini ti rivolgono la parola giusto se te li trovi in ascensore per saxe dove abiti, con ki e xké. A Roma spettegolano su tutto e tutti. A Napoli perché si formi un capannello intorno a te basta ke solo ti scivoli un foglio di mano, figuriamoci se ti cade il portafogli.
3) La mia stanza confina cn il cesso del vicino ke è un tipo davvero schifoso. Qnd nn lamentatevi ;-)