lunedì 1 settembre 2008

Tossico ripetente


Tra le cose che più mi emozionavano c’era il sole all’alba, quando i prati o il mare al risveglio s’illuminano di serenità e splendore, poi quel sorriso così raro e gonfio di luce. Avevo salutato quel mattino comparso all’improvviso attraverso le fessure della tapparella della mia camera. Ero riuscito ad accoglierlo con gioia sincera per qualche motivo che evidentemente non conoscevo. Altre volte capitava di sorridergli ugualmente, ma non così di gusto. Avevo infilato i pantaloni comodi che mettevo quando intendevo sentirmi più libero, e urlato “Stò uscendoooo” pur essendo solo in casa. Avevo imboccato il viale di fiori ben curati che dall’ingresso porta all’uscita. Amavo la solitudine tanto quanto amavo la compagnia. Così ero balzato su Jimmy e mi ero fatto accompagnare dalle sue vele lontano verso la campagna fino a dove non si vedevano più le case. Mi era sempre piaciuta le terra, l’erbaccia che ci cresce, tutte quelle minuscole vite che ci passeggiavano sopra e che ci scavavano una infinità di calde tane all’interno, il vento che accarezzava i fiori cresciuti spontaneamente, il silenzio spezzato dai delicati sussurri della natura. Avevo chiuso gli occhi e aspettato, come mi era capitato altre volte, aspettato e basta. La natura sa ascoltare meglio di chiunque altro, ascoltare e basta, non da consigli, ascolta e non chiede niente in cambio. Poi avevo pensato forse fosse giunto il momento di smettere di drogarmi.

1 commento:

Alessandro Bressan ha detto...

Questo week end ci ubriachiamo insieme nella capitale e vaffanculo!