giovedì 17 luglio 2008

Non cè limite al peggio


Se Berlusconi avvisava i compagni imprenditori "Siete tutti a richio intercettazione", io avvisavo i compagni neuroni che "Siete tutti a rischio estinzione". Un raggio solitario attraversava l'universo intero per infilarsi dispettosamente nell'unica fessura rimasta aperta della tapparella difettosa. Avevo provato a sorridere, accecato, un attimo prima di precipitarmi al bagno per il rito mattutino del Prova a fare centro mentre fai pipì. Camminare scalzo era un piacere. Diventata utile, quando, con una gamba all'insù ed il naso all'ingiù, secondo la scala del colore nero della pianta dei piedi ci si poteva rendere conto del grado di allegra sporcizia presente nel pavimento. Coperto di un solo velo come tarzan avevo affrontato acari e polveri con la sfrontatezza di chi è abituato a domare certe bestie oramai da una vita. Era bastato prendere in mano scopa e paletta per vederli fuggire in gruppo e accumularsi sotto tappeti, diveni e sedie varie. E avevo rimesso a posto le armi. La colazione era quanto di più lassativo potessi conoscere. Tre prugne e una colorata tazza di latte ghiacciato che manco aveva conosciuto l'intestino che già si dirigeva con i compagni di viaggio per quella strada che lo avrebbe portato diritto alle fogne romane. "Vieni con me?" aveva detto il latte a quel seme di prugna che avevo sbadatamente ingoiato. E avevano deciso di andarsene assieme. Avevo dondolato fino allo specchio per rendermi conto di che gente era fatto il mondo. Avevo sospirato sconfortato, poi avevo letto le dichiarazioni del nano: Non si può andare avanti così, tutti voi potreste essere ascoltati in questo momento visto che nessuno è al riparo da una situazione non degna di un paese civile e riguardandomi allo specchio, ora, mi ero reso conto di non essere poi così male.

1 commento:

Alessandro Bressan ha detto...

Il vero problema adesso, e tu lo sai bene come me, è essere o non essere...stronzi.