giovedì 9 aprile 2009

Capitano




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Il diario di Bordo è stato scritto d'un fiato con la canzone del video..

Piatto il mare, dorme il mare, riflette il cielo, rosso il mare come il sole, grosso il sole lontano, sembra voglia arrostirla quella barca il sole - splendido il mare stasera è splendido -.

Il silenzio a poppa e cinque uccelli che passano e piano le muovono le ali, piano, coordinati come ballerine quegli uccelli che battono piano le ali sopra la mia nave. Si allontana quella terra e sono piccole le case, sempre più piccole, e più sono lontane e più capisco la forma delle cose, come dal cielo, più sono lontano più vedo, come Dio nel cielo, - facile guardare dall’alto – dico a Dio e non mi risponde, un cenno, un buffetto, - Solleva le spalle almeno Dio – dico ma niente, sorride forse, sulle sue, resta sulle sue.

Niente Ieri invece, non c’ho capito niente, troppo vicino ieri e non c’ho capito nulla, - Troppo vicino per capirci qualcosa – dico, - Sono troppo vicino – è un’altra la prospettiva da qui.

C’è un bastone e un peschereccio e le nuvole han mangiato il sole e il mare ha spento il sole all’improvviso è mi è sembrato di ascoltare il silenzio seduto a lato della mia nave col cappuccio della giacca in testa e le persone a parlar dei cazzi loro e ridere e sorridere e le pacche sulle spalle, come in un quadro, in una foto, in un dipinto mi è sembrato di stare per un momento – Capitano – dico – Capitano le scialuppe ci sono tutte, le ho contate, e i salvagenti e i fischietti e il mozzo e i cani ad abbaiare nelle gabbie. Sono un marinaio navigato Capitano, un lupo di mare Capitano, le onde mi abbracciano Capitano, non ho paura delle onde, non ci sono onde, è piatto il mare, infinito, è un prato blu il mare Capitano – dico e giro i quattro lati della grossa nostra nave, mia e del Capitano e il Capitano suona la tromba della nostra nave come all’inizio di Titanic e Rose mi manca, - Rose e l’iceberg mancano – penso e guardo il mare e vado in cabina e mi guardo allo specchio e mi avvicino allo specchio – Boh, sarò simpatico – penso – forse sono simpatico – penso e rido, solo, da solo rido, stupido marinaio sardo che ride solo e si passa la mano sui capelli e si sdraia e guarda il soffitto a volte e parla solo a volte, stupido marinaio sardo – I bastoncini – dico al capitano della mia testa – i bastoncini Capitano, c’è fame a bordo, tiri fuori i bastoncini almeno prima che la nostra ciurma possa patire la fame Capitano- dico sul letto sfatto della mia cabina.

- Amore – avrei potuto dirle – Amore - solo per una sera ma non c’entrava niente e mi veniva da ridere a pensarlo in quella sera, quell’ attimo, in quel momento – Amore – un momento –e ride e ha freddo e si imbarazza a volte e abbassa lo sguardo e si vergogna e ride dei tre bambini a casa – Tutti e tre a casa li abbiamo lasciati – matti che siamo a lasciare i bambini a casa, - matti-. - Mi piace quando si imbarazza – penso, Vicini com’eravamo, solo la pancia ci divideva – Maledetta pancia a guscio, - Una tendopoli sembra – penso – una tendopoli – e ci tiene lontani – Se trattengo il fiato ancora svengo – penso – svengo e ride Dio stavolta, non mi rianima, ride se svengo.

Culla i miei sogni il mare..

fino all'isola..

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